Il mondo delle religioni, marzo-aprile 2009 —
La crisi innescata dalla decisione di Benedetto XVI di revocare la scomunica inflitta ai quattro vescovi ordinati da Mons. Lefebvre nel 1988 è tutt'altro che superata. Nessuno può biasimare il Papa per aver svolto il suo compito tentando di reintegrare nella Chiesa gli scismatici che ne fanno richiesta. Il problema viene da altrove. C'è stata, naturalmente, la collisione tra questo annuncio e la pubblicazione delle odiose dichiarazioni negazioniste dell'Olocausto di uno di loro, Mons. Williamson. Il fatto che la Curia romana non abbia ritenuto opportuno informare il Papa delle posizioni di questo estremista, note agli ambienti informati fin dal novembre 2008, non è già un buon segno. È preoccupante anche il fatto che Benedetto XVI non abbia subordinato alla revoca della scomunica (pubblicata il 24 gennaio) la condizione di una richiesta immediata di ritrattazione di tali dichiarazioni (nota a tutti il 22 gennaio), e che ci sia voluta una settimana prima che il Papa si pronunciasse con fermezza sulla questione. Non che si possa sospettarlo di collusione con gli antisemiti fondamentalisti – ha ribadito molto chiaramente il 12 febbraio che “la Chiesa è profondamente e irrevocabilmente impegnata nel rifiuto dell’antisemitismo” – ma la sua procrastinazione ha dato l’impressione che avesse fatto della reintegrazione dei fondamentalisti una priorità assoluta, quasi accecante, rifiutandosi di vedere fino a che punto la maggior parte di questi irriducibili siano ancora bloccati in punti di vista totalmente opposti alla Chiesa emersa dal Concilio Vaticano II.
Revocando la scomunica e avviando un processo di integrazione che avrebbe conferito alla Fraternità San Pio X uno status speciale all'interno della Chiesa, il Papa credeva senza dubbio che gli ultimi discepoli di Monsignor Lefebvre alla fine sarebbero cambiati e avrebbero accettato l'apertura al mondo propugnata dal Concilio Vaticano II. I fondamentalisti pensavano esattamente il contrario. Monsignor Tissier de Mallerais, uno dei quattro vescovi ordinati da Monsignor Lefebvre, dichiarò pochi giorni dopo la revoca della scomunica in un'intervista al quotidiano italiano La Stampa: "Non cambieremo le nostre posizioni, ma intendiamo convertire Roma, cioè portare il Vaticano sulle nostre posizioni". prima, Angelus San Pio X era "la nostra perseveranza nel respingere gli errori del Concilio Vaticano II" e aveva previsto l'avvento di "repubbliche islamiche" in Francia, Gran Bretagna, Germania e Paesi Bassi; e a Roma, la fine del cattolicesimo, un '"apostasia organizzata con la religione ebraica". La Fraternità San Pio X è oggi sull'orlo dell'implosione, con posizioni divergenti sulla strategia migliore da adottare nei confronti di Roma. Una cosa è certa: la maggior parte di questi estremisti settari non intende rinunciare a ciò che ha fondato la loro identità e la loro lotta per quarant'anni: il rifiuto dei principi di apertura al mondo, libertà religiosa e dialogo con le altre religioni propugnati dal Concilio. Come può il Papa, da un lato, voler includere a tutti i costi questi fanatici nella Chiesa, e allo stesso tempo perseguire il dialogo con le altre confessioni cristiane e le religioni non cristiane? Giovanni Paolo II ebbe la lucidità di scegliere senza ambiguità, e fu, del resto, l'incontro di Assisi, nel 1986, con le altre religioni a far traboccare il vaso, spingendo Mons. Lefebvre a rompere con Roma. Sin dalla sua elezione, Benedetto XVI ha moltiplicato i suoi gesti verso i fondamentalisti e continua a ostacolare il dialogo ecumenico e interreligioso. È comprensibile che vi sia un grande disagio tra i molti cattolici, vescovi compresi, legati allo spirito di dialogo e tolleranza di un Concilio che ha inteso rompere, una volta per tutte, con lo spirito antimoderno di un cattolicesimo intransigente, che rifiuta in blocco laicità, ecumenismo, libertà di coscienza e diritti umani.
Per celebrare il suo quinto anniversario, Le Monde des Religions vi propone un nuovo formato, che cambia il giornale sia nella forma (nuova impaginazione, più illustrazioni) che nei contenuti: un dossier più ampio con riferimenti bibliografici, più filosofia sotto la direzione di André Comte-Sponville, una nuova linea ferroviaria – le rubriche “Storia” e “Spiritualità” sono sostituite dalle rubriche “Conoscenza” e “Vita dal vivo” – e nuove rubriche: “Dialogo interreligioso”, “24 ore nella vita di…”, “3 chiavi per comprendere il pensiero di…”, “L’artista e il sacro”; una nuova rubrica letteraria di Leili Anvar; più pagine dedicate all’attualità culturale legata alla religione (cinema, teatro, mostre).